Gli iceberg galleggianti di Jökulsárlón

Se dovessi scegliere un solo luogo tra quelli che ho potuto visitare durante questo viaggio in Islanda, probabilmente mi terrei Jökulsárlón con i suoi iceberg galleggianti e la sua bellezza ipnotica. Mi piace vederlo un po’ come il cimitero degli iceberg, in quanto i grandi lastroni di ghiaccio che si staccano dalle montagne e finiscono in questa laguna poi non possono andare altrove.
È davvero molto piacevole osservarli, con i loro colori cangianti, e se si resta per un tempo sufficiente è possibile assistere anche a un altro tipo di spettacolo: la rottura di alcuni pezzi, un boato maestoso, poi la caduta a peso morto tra gli abissi.
In queste acque è piuttosto facile avvistare delle foche.

Jökulsárlón
Jökulsárlón
Il riscaldamento globale

La temperatura della superficie terrestre è aumentata in media di circa 1°C dall’epoca pre-industriale, e in modo molto più considerevole nell’Artico.
Il riscaldamento globale ha portato conseguenze come lo scioglimento dei ghiacciai, l’incremento del livello del mare, la crescita della vegetazione e il cambiamento delle rotte migratorie degli uccelli e di altri animali. La causa principale dell’attuale riscaldamento globale è l’emissione di diossido di carbonio (CO2) e altri gas serra nell’atmosfera causata dall’attività umana.
L’aumento della concentrazione di gas serra è dovuto alla combustione di carburanti di origine fossile come carbone e derivati del petrolio in impianti elettrici, trasporti e industria, alla deforestazione (le piante assumono CO2) e all’agricoltura massiva.

I ghiacciai ricoprono circa il 10% dell’Islanda. Il Vatnajökull con i suoi 7700 km quadrati di superficie è il più grande. Molti altri si trovano lungo la costa sud-est, dove conferiscono maestosità al panorama.
La risposta dei ghiacciai al cambiamento climatico dipende dalla loro forma e dimensione, ma la maggior parte di essi reagisce alla variazione del proprio equilibrio di massa cercando di “aggiustare” nel corso degli anni la posizione del proprio picco: quelli più corti e ripidi lo fanno in una o due decadi, mentre quelli più larghi e meno ripidi hanno tempi di risposta molto più lunghi.

Forme e colori incredibili

Iceberg dalle forme incredibili vanno alla deriva nel lago Jökulsárlón. Solo il 10% della loro superficie è visibile al di sopra del livello dell’acqua.
Qui gli iceberg si sciolgono rapidamente a causa delle correnti marine più calde che si riversano nel lago.
Possono diventare instabili perché lo scioglimento non è uniforme, e ciò a volte causa rotture o movimenti che formano delle grandi onde. A causa di questa instabilità può essere molto pericoloso avvicinarsi, e si consiglia vivamente di non arrampicarvisi.

Il ghiaccio degli iceberg è un miscuglio di ghiaccio, sabbia, ghiaia, materiale piroclastico (tephra) e bolle d’aria, la composizione si può vedere chiaramente negli iceberg che si sono frammentati. Il colore blu del ghiaccio più denso è dovuto al fatto che assorbe tutti i colori dello spettro tranne il blu, che viene riflesso. Il colore blu diminuisce man mano che il ghiaccio viene sciolto dal sole.
Sotto la superficie dell’acqua il ghiaccio si scioglie a contatto con l’aria; per questo motivo il colore blu è così impressionante dopo che un iceberg risale e la parte che era sommersa diventa esposta.

FAUNA ARTICA: le foche comuni

Ci sono due tipi di foche presenti in Islanda: le foche comuni (Phoca vitulina) e quelle grigie (Haelichoerus grypus). La maggior parte di quelle presenti nello Jökulsárlón sono foche comuni, possono crescere fino a 2 metri e raggiungere un peso di oltre 100 kg.

Phoca vitulina
Phoca vitulina

Le foche comuni sono grigie (spesso maculate) ma sembrano più chiare e marroni quando sono asciutte.
I cuccioli nascono a maggio e giugno, e allattano per 3-4 settimane. È naturale per le femmine lasciare i loro piccoli sulla spiaggia, anche per ore. Tuttavia, la presenza della gente causa alle foche un enorme stress e fa sì che a volte le femmine possano non tornare verso i piccoli quando ci sono persone nelle vicinanze. Tale elemento di disturbo può perfino provocare l’abbandono del cucciolo, e ciò può avere effetti negativi sulle foche adulte.
Specie ittiche comuni nella laguna e nei fiumi limitrofi sono il salmone atlantico, il salmerino artico, la trota bruna, anguille della sabbia, pesci piatti, capelani, aringhe e merluzzi. Tutte queste specie sono prede potenziali delle foche comuni.

Le renne

Le renne (rangifer tarandus) sono state portate in Islanda nell’ottavo secolo dalla Norvegia. Sono ruminanti, si nutrono soprattutto d’erba, carici, licheni e arbusti. Il loro manto è denso, con peli cavi che permettono loro un migliore isolamento contro il freddo e le aiutano a galleggiare e quindi a nuotare più facilmente. I loro zoccoli sono larghi per facilitare i loro spostamenti sulla neve e sui terreni paludosi, sono utili anche quando grattano la superficie del ghiaccio in cerca di cibo. Le corna sono il loro status symbol e vengono cambiate in diverse stagioni, a seconda del sesso e dell’età. Alla fine dell’inverno, solo le femmine incinte possiedono le corna, e ciò le rende esemplari con maggiori probabilità di sopravvivenza.
Nella stagione dell’accoppiamento il collo dei maschi si ispessisce e cresce una lunga barba bianca. I maschi dominanti monitorano costantemente le femmine al punto che hanno poco tempo per mangiare o dormire, il che li porta a perdere parecchio peso.

La volpe artica

La volpe artica (vulpes lagopus) arrivò in Islanda alla fine dell’ultima era glaciale, molto prima della colonizzazione umana, perciò possiamo dire che è stato il primo mammifero terrestre ad abitare l’isola. Le volpi artiche si sono ben adattate al clima freddo: hanno un pelo molto denso che le protegge dall’umidità e le isola in modo da sopportare temperature fino a -35°C.
Le volpi possono essere avvistate quasi ovunque in Islanda, sebbene spesso si tengano vicino alle regioni costiere.
Sono opportuniste e si nutrono di qualsiasi cosa sia disponibile, soprattutto uccelli ma anche pesce, carcasse di animali, topi selvatici, insetti, uova e bacche. Sono monogame e marcano il loro territorio, che difendono dalle altre volpi. La coppia costruisce una tana che usa per decadi.
La femmina dà alla luce 5-6 cuccioli che vengono cresciuti da entrambi i genitori.


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